Chi sono

 

Chi sono? Se lo sapessi con precisione lo scriverei volentieri, ma di filosofia parlerò in qualche lungo post che nessuno leggerà.

Di sicuro sono nato a Napoli il 10 Aprile del 1979 e pur essendo di fatto un “romano d’adozione” tengo molto alla mia città natale e sono orgoglioso di essere napoletano. Il ragionamento è valido anche come risposta alla solita domanda: “perché tifi Napoli?” Ecco… Non essendo Juventino la mia fede calcistica coincide coerentemente con le mie origini. Se poi pensate che nelle prime partite che ho visto da bambino giocava un certo Maradona… Fate voi.

Ho studiato all’ITIS specializzandoni in elettronica e telecomunicazioni, ma poi ho fatto tutt’altro. Ho cominciato a lavorare prestissimo in agenzie di stampa e società di comunicazione, mi sono fatto le ossa i primi anni e ho avuto la fortuna di lavorare con dei veri e propri “maestri” del giornalismo e della comunicazione visiva.

Nel corso degli anni ho maturato esperienze di grafico creativo e art director nel campo dell’editoria (dal televisivo, alla moda, al cinema, fino alla politica) sia su carta che su web.

Nel campo della comunicazione ho lavorato sia come freelance per diverse campagne (non elenco tutto… Ma c’è il mio book) che in diversi periodi per agenzie pubblicitarie. In questo caso l’approccio è stato assai diverso. Il “concepimento” e il “parto” di una campagna di comunicazione è come un gioco di squadra che esalta le individualità.

Prima o poi mi piacerebbe studiare seriamente filosofia (oggi è solo un interesse che coltivo quando posso) e magari laurearmi. Ma c’è tempo… Fa molto radical chic laurearsi coi capelli bianchi, ammesso che non cadano. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura, in particolare al racconto. Non nascondo che è anche un modo di regolare i miei altalenanti stati d’umore senza spendere soldi in psicoterapia e Cipralex. Collaboro con diverse testate dove scrivo soprattutto di politica e attualità. Attualmente sono responsabile dell’edizione romana del Quotidiano italiano e scrivo articoli principalmente su Huffington Post e Gli Stati Generali.

Mi sono sempre interessato di politica fin da giovanissimo. La mia prima tessera di partito, al PDS e alla Sinistra Giovanile, la feci dopo la vittoria di Berlusconi del ’94… Un po’ decadentista come scelta, ma poi nel ’96 si vinse quindi ho portato fortuna. Negli anni ho ricoperto vari incarichi con una certa intermittenza, perché se lavori nel privato e in certi campi il tempo che puoi dedicare al volontariato è davvero poco. Sono stato segretario del circolo della Sinistra Giovanile all’Alberone e in varie assemblee, direttivi, esecutivi e bla bla bla… Insomma, sono un cosiddetto militante, anche se il termine non mi ha mai esaltato. Sono anche un cosiddetto “liberal”, quindi ogni tanto mi becco insulti ma dopo qualche anno si scopre che avevo ragione.

Ne consegue che molti dei miei amici e conoscenti siano della mia stessa “parrocchia”, alcuni da lunga data e altri più recenti. Ma una volta era così… Il partito era un’enorme seconda famiglia e in fondo mi sento fortunato per aver vissuto l’ultimo periodo di quel tipo di esperienza. Oggi è tutto molto diverso e meno profondo, a cominciare dal senso di appartenenza. Saranno i tempi che cambiano, saremo noi che siamo cambiati.

Per quanto riguarda il mio rapporto con le donne (…omissis).

Sono anche coordinatore del circolo PD Alberone assistente parlamentare, seguo Roberto Morassut, sia la sua l’attività parlamentare che il rapporto con i media. È un’esperienza nuova e stimolante perché da un lato posso applicare le mie esperienze passate, dall’altro apprendo cose completamente nuove e diverse in uno scambio continuo e fruttuoso. Che poi un urbanista è anche lui un visionario, per questo alla fine io e Rob ci troviamo bene.

Sorrido quando qualche baby pensionato o qualche impiegato statale poco informato pensa che l’assistente parlamentare sia un “privilegiato della casta”. In verità siamo tra i milioni di precari “a progetto” di questo simpatico paese, non giriamo in auto blu e non guadagniamo tremila euro al mese. Anzi, molti colleghi meno fortunati del sottoscritto sono sottopagati e sfruttati proprio come avviene in una qualsiasi azienda.

Mi piace viaggiare senza organizzare troppo il viaggio, scelta talvolta rischiosa ma affascinante. Qui troverete alcuni diari di viaggio.

Forse dimentico qualcosa, forse ho detto qualcosa di troppo. In effetti quest’ultima frase potrebbe essere la risposta alla domanda iniziale.

Lascia un commento