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Nella vicenda che ha coinvolto il marito della signora Mussolini, ognuno potrà vedere le sfumature a cui è più incline e trarre da essa una presunta “morale”.

Certo è, che le posizioni assunte in questi anni dalla nipote del duce su un tema che ora la riguarda in prima persona hanno fatto discutere, in primis la celebre storia della castrazione chimica per i pedofili.

Come si dice in questi casi, la giustizia farà il suo corso ma ciò che è già chiaro è che la famiglia Floriani – Mussolini finisce con questa vicenda. L’onorevole e i suoi tre figli si sono rifugiati nella casa materna, lontani per quanto possibile dai riflettori e dall’inevitabile trambusto mediatico.

Quanto alla “morale”, per una volta sarebbe il caso di non sforzarsi troppo nel cercarla, perché non c’è nessuna morale. Alessandra Mussolini, come tutte le mogli tradite, è stata ferita come donna e come madre (visto anche il tipo di tradimento) e non come politico. Evocare il contrappasso, oltre ad essere un gratuito esercizio di stupidità, è anche da ignoranti. Dio non utilizzerebbe mai due baby squillo per punire una peccatrice.

Le sue idee sono e rimarranno quelle. E sono le idee di chi scelse di celebrare il suo matrimonio a Predappio e non a Marzabotto. Chi non le condivide e le combatte dovrebbe sperare che la parlamentare continui a sostenerle con forza, in fondo una democrazia compiuta è fatta di diversità. E perché qualcuno potrebbe pensare che tanto morboso interesse per una vicenda familiare sia mosso dalla solita invidia sociale di chi non può permettersi telefonate come quelle di Mauro Floriani.

Si plachino dunque i cercatori di “morale” e si rasserenino quei tanti frustrati che vivono perennemente con due finestre del browser aperte, una sul blog di un comico e l’altra su youporn.

(dal Quotidiano Italiano)